martedì 25 marzo 2014

The “known” facts about european oil imports


Better to know this first conclusion:

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Combining these IEA oil import estimates with the expectations from internal oil production, the consumption in Western Europe will decrease from 13.3 mbd in 2012 to 9.5 mbd already by 2018. Assuming no other fundamental and unpredicted global economy changes, Western European consumers will be confronted with a steady and totally unprepared oil consumption decline of about 5% for every coming year.
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that would correspond to 1 week per month without oil... are you ready?

If you believe fracking is the solution, have a look at the shale bubble web site.

lunedì 10 marzo 2014

Cibo gratuito

Molto spesso vengono inviati cibi in scadenza in Africa per le famiglie povere. E' innegabile che sia un delitto far andare sprecato il cibo ed è nobile mandarlo a chi non ne ha. Purtroppo questo non fa il bene di chi lo riceve.

Una pianta che riceve un'innaffiata ogni tanto, appena sufficiente a tenerla in vita sarà malata, darà poco frutto e sarà soppiantata da altre più adatte alle condizioni del luogo. Anche se l'innaffiatura sarà regolare, ma artificiale, quella pianta potrà essere rigogliosa e portare raccolto abbondante, ma morirà quando le condizioni artificiali vengono a mancare.

In sostanza bisogna che il cibo venga prodotto sul luogo e in misura sufficiente a chi vi abita. Portare altro cibo dall'esterno causa un possibile temporaneo aumento di utenti, ma essendo discontinuo e arbitrario causa degli squilibri. L'effetto peggiore è di distruggere l'economia contadina locale. Perché comprare da un agricoltore del luogo quando posso avere del cibo gratis? e perché produrre cibo se può venire da fuori?

Donare cibo vuol dire creare una pericolosa dipendenza. Pericolosa perché può venire meno in qualunque momento (aumento del costo dell'energia, problemi geopolitici, crisi economica internazionale...), mentre per mettere in piedi un sistema di produzione locale di cibo ci vuole tempo e nessuna concorrenza con prodotti occidentali gratuiti. 


Per il bene delle popolazioni che soffrono la fame, è necessario che la produzione di cibo locale sia sufficiente per tutti e che ci sia qualcuno che abbia convenienza ad occuparsene! Bisogna favorire quelle abitudini locali dirette all'autosufficienza in maniera sostenibile, che si sono adattate nei millenni precedenti all'arrivo della civilizzazione. 

Purtroppo questo non sarà un problema solo per gli africani, ecco ad esempio FranciaStati Uniti. Gli europei nella crisi dovrebbero pensare a come rendersi indipendenti dalle fluttuazioni dei prezzi e favorire i prodotti locali. L'alternativa è ritrovarsi con cibo scadente e di dubbia provenienza, coltivato con sussidi e inquinando con tecniche industriali a base di pesticidi, erbicidi, fertilizzanti. La chimica che c'è dietro dipende dalle forniture di gas e petrolio in buona parte dalla Russia. Non sembra saggio far dipendere la propria produzione agricola da un paese esterno con cui non si riescono a intavolare accordi sulla crisi Ucraina.

giovedì 6 marzo 2014

Pompei

Ogni euro speso per Pompei sarebbe guadagnato molte volte. E' chiaro che lo stato italiano avrebbe tutto l'interesse a farlo fruttare per arricchire i propri cittadini.

La questione non sono i soldi che mancano, ma una esplicità volontà. Quanto più diventerà un'emergenza, tanto più abbiamo bisogno di un salvatore - che tanto meno pagherà per salvare.
Pompei crolla perché si vuole farla crollare, per rendere accettabile di privatizzarla a beneficio di qualcuno che può permettersela.
Pompei potrebbe essere salvata oggi se diventasse chiaro che nessuno privato può guadagnarci: riparazioni e ristrutturazioni, restauri e ristorazione, biglietteria e manutenzione... solo ed esclusivamente imprese pubbliche senza partecipazione privata.
Se un privato può guadagnarci, lo stato può a sua volta e con i guadagni dare lavori stabili, ridistribuendo alla comunità, non arricchendo pochi.

Sono sicuro che Pompei verrà salvata, e non come propongo io: come altri servizi che rendono, la pratica è di venderli per fare cassa e rinunciare ai benefici futuri. Per sempre.

Il brutto è che intanto stiamo solo pagando gli interessi sui debiti. Intanto, prima di porsi il problema di come fare altrimenti, avremo finito le cose da vendere. Poi si andrà a pescare dai conti degli italiani (ci avrebbero provato anche con i bonifici dall'estero! proposta ritirata per adesso).
L'Europa ci dice già che non facciamo abbastanza. Allora perché non smettere e provare altre strade, prima di aver finito tutto?