giovedì 23 gennaio 2014

ghost roads in Portugal

In Portugal there were built more highways rather than new train connections that could run on electricity.
The model of one car per person/family cannot work with a reduction of energy consumption.

As you can see we burn everyday 85 millions (in 2009) barrels of oil in the world:
Looks like 55% of this is used for transportation (in the US it is 70%).
Let us imagine that all this oil is not anymore consumed, since magically electric cars substitute all ancient engines. To make the equivalent energy in electricity, you would need 1.7 MWh (energy equivalent in one barrel) * 85 * 10^6 * 0.55 = ~79.5 TWh additionally produced by power plants per day.
The world produce ~ 20000 TWh per year that is 55 TWh per day:

Beside the energy conversion effort to electric (or hydrogen) cars, you would need to more than double the energy production (mainly done today with coal) just to let the transportation system work. Let us imagine that you find a 100% efficient car, you would need "only" ~24 TWh additional electricity (I am taking 30% as current efficiency), that is almost half of current electricity production.

martedì 21 gennaio 2014

Letter to Barroso

Dear EU President Jose Manuel Barroso,

we need to give an example to other countries in the world.
To reduce the pollution we need to reduce the transfer of goods around the world. We need to build resilience, not efficiency. We need to work, move, and buy less. We need to slow down, to be more happy.

We need to change how we think agriculture and transportation. We need local solutions, self-sufficiency, independence in case of market crashes.

We need to find alternative solutions to energy consumption, passive heating, small scale local food production, strengthening o social communities. Schools are the place to start. It is not matter of finding new clean technologies. Those will never be enough for everybody.

We need to stop growing and looking for a steady state that is good for everybody, socially acceptable and equal. That could require to forget about some of the modern advantages. We have to keep the necessary and forget the superfluous.

Thanks for your attention.
Best regards,
Sergio (Italian, working in Switzerland for Germany, living in France)

lunedì 20 gennaio 2014

Seven Sustainable Technologies

In case you are jobless those are good activities to spend time into them: sustainable technologies

They will turn to be useful without fossil fuels.

venerdì 17 gennaio 2014

TPP e TTIP



Questi trattati internazionali come il TPP, che aprono ulteriormente i mercati sono un veleno per le comunita' locali.

Purtroppo la visione dell'ESPAS per i prossimi 30 anni non lo esclude e pone in evidenza delle proiezioni molto preoccupanti. L'Europa va incontro ad una contrazione di benessere mostruosa: diminuzione del 22% della classe media! In pratica nel giro di 20 anni, su una famiglia di 5 persone una finisce nella poverta'. Quanti europei ne sono consapevoli?


Proviamo a dare risposte alle 10 grandi domande, in maniera immediata e drastica. Non si potra' sostenere il welfare, le pensioni, il sistema sanitario, aumentera' la disoccupazione, una parte considerevole della popolazione non riuscira' a tenere il ritmo dei cambiamenti, si ridurranno le risorse disponibili e aumenteranno i conflitti per ottenerle.

La domanda chiave diventa quindi la 7, la cui risposta logica sarebbe semplicemente: assolutamente no, bisogna cambiare al piu' presto le regole del gioco, invece che insistere su questo percorso di cui si conosce gia' come si andra' a finire. E bisogna farlo ora che siamo piu' forti, non tra venti anni quando sara' ancora piu' dura.


I trattati multilaterali, il WTO e ancora peggio il TTIP non cambieranno lo stato delle cose, anzi non faranno che esacerbare le criticita'.

Purtroppo le tre domande rimanenti sembrano sottintendere che la risposta alla 7 e': andremo avanti comunque su questa strada, consapevoli delle conseguenze. Faremo del nostro meglio per ridurre i disagi per chi ne trae vantaggio, per gli altri cercheremo di controllare il malcontento.
La strategia della crescita non puo' funzionare in un Europa con una popolazione che non cresce piu'. Ma questa e' una grande opportunita' per promuovere il piu' possibile l'autosufficienza, ridurre la dipendenza dalle importazioni, eliminare l'utilizzo dei combustibili fossili e cosi' via.

E' il momento di cambiare!

venerdì 10 gennaio 2014

Liberalizzazioni


Anche senza i  trucchi disonesti che si mettono in atto durante le liberalizzazioni, il metodo e' dannoso di per se.

Prendiamo un servizio (X) interno allo Stato (S). Ad un certo punto, X viene appaltato ad una nuova ditta privata (P), magari con l'accordo di assumere i dipendenti che svolgevano il servizio all'interno di S alle stesse condizioni (o magari anche migliori, per non indurre proteste).

Possono accadere varie cose.

1) se P e' la sola a fornire X: puo' decidere arbitrariamente i prezzi a cui fornire il servizio o se X e' essenziale (ad esempio l'acqua) chiedere finanziamenti per non interromperlo. Il privato a cui va in mano P ci guadagna in ogni caso, eventualmente a scapito della comunita'.

2) se sul mercato nazionale sono disponibili altre ditte (A, B, ...) che offrono X ad un prezzo piu' basso, S puo' scegliere un nuovo fornitore con un certo risparmio (il profumo delle rose). Da notare che A, B, ... devono sottostare alle leggi vigenti nel paese sui diritti dei lavoratori, come anche P.

Ma grazie al libero mercato e' possibile rivolgersi all'estero per ottenere una parte dei segmenti produttivi. Altre ditte (E, F, ...) possono pagare meno o dare meno diritti ai propri impiegati, permettendo ulteriori notevoli risparmi a S per ottenere X.

Tuttavia qui iniziano le spine: una parte dei fondi pubblici finiscono all'estero invece che tornare ai cittadini sotto forma di stipendi. Inoltre le tasse corrispondenti vengono pagate altrove. Infine, le ditte A, B, ... si trovano a competere con E, F, ... in un gioco al ribasso per i lavoratori che vedono erodere i loro diritti diventando piu' precari.

iIl problema e' che con la questione del debito da pagare, le spese non possono aumentare e S non puo' facilmente tornare indietro e riappropriarsi del servizio. Bisogna opporsi a queste pratiche fin dall'inizio, poi bisogna trovare un modo per sottrarsi a questo meccanismo dal basso: sembra che chi sta in alto ha tutto l'interesse a perpetuarlo.

domenica 5 gennaio 2014

Il paese senza disoccupati

Nel paese di Marinaleda la disoccupazione si è risolta consentendo a tutti di partecipare alla produzione di cibo. Se si unisce la produzione locale a delle tecniche agricole biologiche e di tipo permaculturale, questo paese si potrebbe assicurare contro la fame senza consumare combustibili fossili e produrre inquinamento.

La sfida di oggi è portare su grande scala un progetto simile, sfruttando le conoscenze umane moderne.